Mi fermo,
che ad ascoltare la vita,
non c’è mai pentimento.
Giorni veloci scivolano inesorabili,
sconfinando in notti senza respiro.
Mi alzo e non ci sei.
È un abbandono senza spazio,
l’incanto del mattino.
Infinita dolcezza l’alba che non tace,
fra sospiri di voci
i colori abbraccia nuovi.
Le resisto, non ascolto.
Proseguo itinerante,
nei disordini del mondo.
Volti stanchi mi accompagnano,
residenti senza patria,
senza occhi e senza voce.
Eppure nei primi istanti,
i sussurri della vita,
li scorgevo in ogni dove.
Uomo o donna, non importa,
tieni stretta la tua mèta,
che sui binari dell’ amore,
sei il bene più prezioso.
Dimmi, ti prego,
la senti ancora,
fra i capelli,
la carezza del vento?
E il rumore dei sogni
percorrere i limiti della notte?
Ti rivedi da bambina
rannicchiata alla sua gonna,
con la mano, sempre tesa,
respingevi la paura.
Il sorriso del passato,
nell’odierno ha dimora.
Fermati adesso,
che forte è l’assenza,
se penetra nel cuore.
Ritorna a vivere l’immenso,
alza gli occhi, non temere,
che non c’è sogno disilluso
senza cielo in cui credere.
Simona
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