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Alle tre di notte un trillo insistente: telefono? cellulare? citofono? che roba è? Quando a Luglio il mio pezzetto americano di famiglia viene qui da me, nel lettone dormiamo in tre, io, mia figlia, mia nipote. Il resto della tribù si accalca nelle altre due stanze da letto.

Elodie, tre anni fra due mesi, ai trilli ripetuti si sveglia. Panico nostro, mio e di mia figlia:

– “Mamma, che cos’è?” –

“Che ne so!” Seguiamo il trillo, continuo, insistente; é la sveglia, puntata sulle tre. Ditemi, quale deficiente ha puntato la sveglia a quell’ora? di giorno? di notte? Boh! La temuta tiranna non urla; si siede al centro del letto e sorride.

– “Water!”ordina. Mia figlia precipitosamente la blocca con un’intera bottiglietta d’acqua; poi:

– “Tesoro, ora Nanì ci racconta la storia di una bambina piccola piccola, più piccola di te” e spegne la luce sul comodino.

Ti sei fatto un grappino? – indago – è notte”

“Mamma, raccontami Minuzzolina”  Dice raccontami. Ed io comincio: C’era una volta… Anche Minuzzolina cominciava così: tutte le mie fiabe, quelle che hanno insegnato ai miei figli che è più bello avere sogni che desideri, cominciavano con c’era una volta e proseguivano con fate, principiazzurri, streghe, dolci fanciulle indifese. Rispetto alle altre fiabe, le mie avevano di diverso l’interpretazione e qualche particolare: – Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? e la narratrice allungava teatrale un braccio a brandire lo specchio e la voce roca e sensuale della matrigna cattiva vibrava alta – Al ballo al castello del principe che cercava moglie, i miei bambini pretendevano una panoramica accurata del buffet; Cenerentola col vestito intessuto di raggi di luna, fra un battito di ciglia ed un languido sorriso, sorseggiava Coca Cola, proibita ai miei piccoli e perciò più preziosa di un calice di Veuve Cliquot.
C’era una volta una donnina sempre sorridente e gentile che cantava canzoni allegre… Racconto a voce bassa: nella stanza a destra dormono mio genero e Gabriel, l’altro nipotino, quello che mi ricorda nel nome. Nella stanza a sinistra è accampato mio figlio che ogni anno viene spodestato dalla sorella per tutto il lungo felice caotico luglio.

La donnina sempre sorridente canta: I sogni son desideri racchiusi in fondo al cuor… e mia figlia, bambinetta di 35 anni, corregge seria:

“Questa è la canzone di Cenerentola” L’altra bambinetta, quella di quasi tre anni, interviene con Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin.  Occorre una virata rapida e decisa, se no finisce a festival di Sanremo e, oltre la mia scombiccherata tribù, svegliamo il palazzo:   … nella pianta di basilico sulla finestra la donnina scopre una bambina piccola piccola. Eccetera eccetera: ma quando una folata di vento sta per rapire Minuzzolina, nel buio la voce di mia figlia rimprovera:

“E il guscio di noce?” Già. E agli occhi della fantasia di una piccola americana, che l’italiano lo capisce ma lo parla come Stanlio e Ollio, si materializza un lettino che è un guscio di noce, con un ricciolo di lana carpito ad una capretta per materasso, e due petali di rosa per lenzuola.

Nel buio di una calda notte di luglio, una nonna, una figlia ed una nipotina seguono incantate Minuzzolina. Il vecchio topo noioso e brontolone parla con voce nasale e spesso tossisce. La marmotta parla con accento cilentano e pontifica:

“La femmina deve avere sempre lu marito, figlia mia. Senza nu marito la femmina nun è completa” La bambina di 35 anni, professoressa universitaria negli States, in muta approvazione scuote la testa che poggia sulla mia mano aperta, mentre il mio braccio grassoccio e cellulitico fa da soffice cuscino alla testina dell’altra piccina, quella di quasi tre anni. Ora Minuzzolina, dopo avere sposato il reuccio bello, sorridente e piccolo come lei, va a trovare la sua mamma che urla di gioia nel vederla … e gli sposini vissero felici e contenti ed andavano a trovare spessissimo la cara mamma … come fa Nanì con noi, chiosa mia figlia. Elodie, mezza addormentata, sbaciucchia un po’ la mamma, un po’ la nonna. Tutte e tre si addormentano e sognano Minuzzolina.

Gabriella Pastorino