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Uso serenamente il termine “vecchio”. Chiedete ai miei amici che mi sentono spesso autodefinirmi, giustamente, una vecchia signora.

Quando scrivo, uso “agèe, anziano”, “di una certa età”, “un po’ in là con gli anni”; e poi ancora “ noi che non siamo dei virgulti, o dei boccioli”, “piuttosto passatella” e altri termini gentili che sottintendono rughe, acciacchini, mal di schiena, canizie.

A quest’ultima ho posto riparo biondeggiando qual grano al sole, con l’ausilio del parrucchiere, naturalmente.

Non la faccio tragica con la faccenda degli anni che volano via perché da questa realtà prendo soprattutto il bello, che è tanto; indosso ad esempio colori folli che mettono allegria e che mai avrei portato da giovane: verde mela, giallo frittata, 28 tonalità di rosso con preferenze per il rosso arancio. A chi fa battutine cretine rispondo che occorre classe per saperli portare… e poi mi fermo perché la faccia tosta ha un limite.

Non continuo perché spero sia chiaro che la vecchiaia per me è solo la continuazione di una vita vissuta per metà con serietà, impegno, fatica e per metà compensando problemi e dolori con migliaia di libri e tantissima fantasia.

Insomma mica mi scoccia poi tanto esser vecchia. Per lo meno fino ad un mesetto fa, quando ho iniziato a percepire per la prima volta la mia età come una limitazione, un handicap, una vergogna quasi.

E’ piombato nelle nostre vite un morbo odioso. Governanti di modestissima intelligenza, cultura latitante e sensibilità inesistente, ci hanno dapprima rassicurato che orsù non la facciamo tragica, è più o meno un’influenza, per poi gridare che è come la peste, non dobbiamo nemmeno sfiorarci fra noi, ed hanno persino consigliato a povere frastornate sardine di tornare nel vasto mare blu.

Ma nell’un caso e nell’altro hanno concluso rassicuranti:

“Tranquilli! il virus colpisce solo i vecchi”

Ho cominciato ad innervosirmi e cambiavo canale alla tv per sentire il responso, al solito documentato ed irrefutabile della maitresse à penser per eccellenza : Alba Parietti. Accidenti! non son riuscita ad intercettarla e vagolavo nel dubbio.

Insistevano i giornali, ciangottavano i politici da soli o sostenuti da improbabili portavoce:

“Tranquilli! il virus colpisce solo i vecchi”

Solo…

I vecchi, entità astratta. Gente che ha vissuto abbastanza e che forse è il caso che la pianti di ritirar pensioni all’INPS.

Qualche giornalista, bontà sua, ha elencato scherzosamente vecchi deliziosi, intelligentissimi, artisti che surclassano qualunque giovanotto eccetera eccetera e ci ha mostrato foto di cinquantenni belle come trentenni.

Solo qualcuno ha espresso disagio e disprezzo per questa frase ripetuta con superficialità, ed io mi sono riconosciuta in quelle parole.

“Tranquilli! noi ci salveremo, soffocheranno per mancanza di respiro solo i vecchi, e che volete che sia? Mese più, mese meno, anno più anno meno; hanno già vissuto”

Io sono amata e circondata da figli e nipoti con i quali ancora divido ansie, gioie, problemi. La stupida rassicurazione, espressa forse da un medico e stoltamente ripetuta ancora ed ancora li ha messi nel panico. E mi complicano la vita con una sfilza di Sta’ attenta Fa freddo Fa caldo Hai il respiro pesante.

Aborro lagne e lamenti, ancora vivo e godo musiche e colori e dovunque cerco il bello, ma ora li vedo preoccupati per me, vecchia, e bado allo spiffero del balcone che fa corrente con quello della finestra.

Speriamo che questa tempesta passi presto. Sono, sì, una vecchia signora svagata e distratta ma ricordo benissimo gli ignoranti idioti che continuano a nascondere la loro inadeguatezza totale ripetendo il mantra:

“Tranquilli! Il virus colpisce solo i vecchi”

Lo ricorderò di certo quando finalmente avrò in mano una matita nell’urna – no, non quella funeraria – ed estrometterò certi meschini ignoranti che sulla base del nulla ci condizionano la vita, la quotidianità, i sentimenti.

“Tranquilli! Ora colpiscono i vecchi” e stavolta i vecchi saranno il soggetto vivo attivo pensante.

Gabriella Pastorino

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