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Edvard Munch – Girls on the bridge

Ultimamente cerchiamo di stare più tempo con lei. ​
– Godiamocela, finché è ancora presente! Fra poco l’Alzheimer la ruberà a noi amiche e soprattutto ai suoi cari. ​
La ricerca fa progressi, ma per ora questo morbo non dà scampo: Marina perderà la coscienza di sé e delle cose, sarà con noi ma non sarà presente. Subentrerà lo smarrimento, la confusione, come una nebbia, avvolgerà momenti, luoghi, episodi, cose, volti. ​
Già si vedono le prime avvisaglie: assenze, tempi lunghi, discorsi insensati, dimenticanze. Noi per rassicurarla (lei non se ne rende conto ancora) le diciamo di non preoccuparsi, che capita anche a noi, perché stiamo tutte invecchiando. Le raccontiamo di questa o quella sbadataggine che ci è capitata di recente. ​
– Oggi ho sbagliato il bonifico a mio figlio, meno male che l’impiegata se n’è accorta. ​
– Ieri non ricordavo il nome di una signora che si è fermata a salutarmi; una figuraccia… ​
Lei dice : – Che bello, mi fa piacere , mal comune mezzo gaudio! ​
Reputo che questa malattia sia peggiore di una condanna a morte. A che serve essere presenti e non averne consapevolezza? Non essere più autonomi , diventare un vegetale, un inutile peso, essere in vita ma non poter godere più della vita? ​
Ho letto di recente la lettera di un uomo che così scrive alla moglie: – Caro amore, ho saputo cosa mi sta succedendo…mancherò a me stesso…io non sarò più io …io  non ricorderò più nulla…ma tu non ti scordar di me​.
Miriam D’Ambrosio