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Chi mi conosce sa quanto io detesti le lagne, le mie e quelle degli altri. Normale un “Ho mal di schiena” corredato da un “Povera me! brutta cosa la vecchiaia”. Non oltre.
Mi interessa molto, invece, scambiare opinioni sulla vita che ci scorre intorno, specie perché ho paura di finire come quei vecchi rompiscatole che hanno sempre ragione su tutto e su tutti. Ne sono circondata, assediata addirittura, e talvolta con un brivido mi specchio in loro.​
In questi giorni vivo ore difficili per qualche problema di salute in famiglia. Per fortuna ho da lavorare e non posso fermarmi più di tanto a crogiolarmi nelle mie paure. Seguo pure la vita, sia di Battipaglia sia della nostra povera povera Italia.​
I più recenti giri di valzer politici poi mi hanno stomacata. Parlo dell’ultima notiziola che mi fa rischiare un travaso di bile:
Nei giorni – un paio di mesi mi pare – in cui Mussolini aleggiava intorno a noi continuamente, vedere certi vecchi tromboni meschini e furbi agitarsi nudi nel loro livore, mi creava profondo disagio. Sottolineo che aborro la nudità, non quella fisica, quella spirituale, e che detesto i furbi… anche perchè io ho l’intuito di un’ameba.​
 Senectus ipsa morbus, mi dicevo, pur sapendo che la senectus era responsabile di un 5% di certe miserie, non oltre. Sbavavano livore da tutti i pori e non gli è sembrato vero fiondarsi su un ragazzino che ha chiesto ed ottenuto di fare un giro su una moto d’acqua dei carabinieri.
 Possenti, altissimi, si sono levati  i richiami alla legalità e all’amor di patria, specie di coloro che avevano  elevato peana al prete buono che aveva sfondato un tombino proprietà dello Stato perchè dei nostri fratelli poveri, che sopravvivono spacciando dosi di eroina, potessero avere la corrente elettrica gratis et amore dei. Forte la voce di costoro si alzava ora a stigmatizzare un pischello reo di esser figlio di un aspirante capataz.
A me veniva l’orticaria; ho avuto modo di dirlo e di ribadirlo: la legalità deve valere per tutti e non a giorni alterni. ​
Comunque altri avvenimenti ci hanno distratto. Non li commento, sempre per tema di un attacco di bile.​
Leggo stamane che è stato denunciato per stupro di gruppo un ragazzo, figlio non di un aspirante capataz, ma di un uomo ricchissimo furbissimo e potente per il quale non nutro simpatia nè rispetto.​
Confesso, mi ha fatto una gran pena, non il vermetto, ma il padre. Ho sempre pensato che sia meglio esser la mamma o il babbo di una vittima che di un carnefice:​
“Povero! chissà quanti tormenti e rimorsi a pensare al suo ragazzo che a casa sua, insieme ad un gruppo di amici stupra una ragazzina indifesa”.​
Leggo. E leggo le date: Il fatto è avvenuto nei giorni in cui un partito più e più volte bocciato dalla volontà popolare prendeva il potere insieme al circo del guitto.​
 I nostri bravi giornalisti hanno posticipato l’uscita della notizia a governo fatto.​
Chissà se il ricchissimo babbo darà una mancetta alla ragazza … ma è genovese e si dice che i genovesi abbiano il braccino corto…basterà pagar bene l’avvocato che dimostrerà inconfutabilmente che la ragazzina era vogliosa di esser violata prima dal giovinastro padrone della ricca casa e poi in fila dagli altri.​
Chissà perchè mi è venuto in mente il pischello che ha ottenuto le prime pagine dei giornali per un improvvido giro in una moto d’acqua, un giro che violava la legalità, però. ​
                                         
 Gabriella Pastorino