Quant’è felice il sassolino
che vaga sulla strada solo solino
e non si preoccupa di carriere
e non ha paura di esigenze
la cui giacca di bruno elementare
un universo passeggero indossa,
e indipendente come il sole
si accompagna o brilla solo,
compiendo un’assoluta volontà
con spontanea semplicità.
(Emily Dickinson)
La libertà silenziosa del sassolino

In questa poesia, Emily Dickinson guarda a un piccolo sassolino con una sorta di meraviglia e dolce invidia. Lo immagina libero, leggero, senza doveri né aspettative da soddisfare. Il sassolino non ha obiettivi da raggiungere, non corre contro il tempo, non sente il peso delle responsabilità: semplicemente è, nella sua essenza più pura.
Attraverso questa immagine semplice, la poetessa esprime un desiderio profondo: liberarsi dal caos interiore, dalle pressioni sociali, da quella continua corsa verso qualcosa che spesso ci allontana da noi stessi. In un mondo frenetico, il sassolino rappresenta la quiete, l’autenticità, l’indipendenza emotiva.
C’è una bellezza profonda nella sua immobilità: non è staticità vuota, ma una forma di equilibrio con il mondo. Dickinson ci invita, quasi in punta di piedi, a riscoprire il valore della semplicità. Forse, se ogni tanto riuscissimo a lasciare andare la tensione, l’urgenza di dover sempre “fare”, e ci concedessimo di esistere con la stessa naturalezza di quel sassolino, potremmo trovare un senso di pace più autentico.
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