Attraverso una miriade di viuzze strette, ma che nulla avevano d’angusto e che si intersecavano tra loro costeggiate da basse abitazioni ancora sonnacchiose, si ritrovò, godendo dell’aria del fresco mattino, in una piccola piazza dal vago ricordo d’antico.
Una strana forma ottagonale delineava un’area su cui si proiettavano le ancora esili ombre di piante perenni.
Al centro erano poste , in modo un po’ disordinato , panchine in ferro battuto che avevano subito l’attacco del tempo.
Lateralmente si stagliava una piccola fontana in marmo con la base avviluppata da una pianta d’edera che protendeva il suo verde fogliame verso l’alto. Un sottile zampillo rimandava un’immagine di freschezza.
Su ogni lato della piazza si apriva una botteguccia con porte lignee, un po’scolorite, dai doppi battenti, oltre le quali si intravedevano mercanzie di diverso genere.
Avrebbe visitato ognuno di quei negozietti, disse tra sé.
Sorpassata una soglia a caso, si ritrovò in un locale piccolo piccolo, carinissimo, ricco di oggetti deliziosi di varie dimensioni: leziose statuine di porcellana , amorevoli puttini in coppia, delicate e fragili miniature e tante ampolle di vetro sottile e trasparente dai colori sfumati, tenui rosa ,azzurri , fumè, violetti.
Su ogni ampolla era apposta un’etichetta un po’ ingiallita che ne indicava il contenuto .
Decise immediatamente di acquistarne una , ma quale scegliere?
Quella con l’elisir di lunga vita? Bello ,ma non ne era garantita la qualità.
Quella con l’elisir di bellezza? Sì ,ma di che tipo?
Quella con l’elisir d’amore? Un sentimento grande che faceva già parte di sé.
Improvvisamente ne scorse una che rimaneva nascosta tra le altre, ricoperta da polvere dorata e di un colore dalle mille sfumature. Sorrise soddisfatta.
Avrebbe acquistato quella con l’elisir di gioia di vivere ed avrebbe scrupolosamente seguito le istruzioni: assumere tre gocce al risveglio.
Quasi all’istante , però, si rese conto di non avere con sé neanche uno spicciolo .
Dopo aver scambiato un educato saluto con una gradevole donna che pareva senza età e che per tutto il tempo se ne era stata seduta su una vecchia sedia a dondolo osservandola con un strano sorriso ,malizioso e dolce insieme, uscì dalla botteguccia con un vago senso di delusione.
Istintivamente socchiuse gli occhi alla tiepida carezza del sole, respirò profondamente, si sentì inondata da un tenue profumo di fiori in boccio ed udì un lontano e allegro vocio di bimbi.
Si rese allora conto di non aver bisogno di alcun fantastico elisir perché la magia della vita era già in lei.

Maria Antonietta Netri