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Le fasi straordinarie della vita.
Stamattina, si è accesa quest’immagine: un sottile raggio di luce illumina un angolo al buio.
È quell’infinitesima parte della vita, attraversata da gioie così come da dolori, da meraviglia così come dall’abitudine dei giorni.
E gli angoli di quell’esistenza, rimasti al buio, sono i momenti di tristezza, di malinconia, di solitudine, di indifferenza che incontriamo lungo la strada.
Angoli di noi che restano senza luce.
Quante volte m’è capitato di vivere ai piedi di quel buio assoluto.
Un tratto del percorso privo di ponti, di solchi per attraversarlo, con sponde talmente alte da non riuscire neppure a scorgere l’orizzonte.
E il coraggio indietreggia. Svanisce.
Ti senti solo.
In quel frangente, la pelle inizia a tirare, le ossa a sporgere, i lati della bocca piegano verso il fondo che sembra non avere fine.
Quanto è difficile tenere stretta la speranza, in quell’immenso di silenzio e paura.
Eppure sono i luoghi e gli spazi di rinascita.
Credi non ci sia un senso a quello che stai provando, che non vi sia spiegazione plausibile. Umana.
Poi, qualcosa ti spinge a guardare oltre, a non mollare, a credere in un’uscita.
E ti ritrovi. Ci sei. Lì, in quell’angolo di tempo senza tempo, dove tutto s’è fermato, in ginocchio o disteso a terra, perché la fatica ti ha prostrato.
Piano piano ti rialzi, volgi lo sguardo, prima a metà altezza e poi verso l’alto.
Magari piangi.
E sono rivoli di lacrime che ti liberano.
La tua voce ora grida forte, riecheggia nella mente, balza al mondo.
Arriva un momento in cui perdi il senso delle cose e con esso anche te stesso.
Ti sei allontanato dalla parte opposta del sogno.
Non quello irreale della notte, compagno di utopie e illusioni al risveglio.
No. Hai accostato il tuo esserci.
Le piccole cose che rendevano la vita realmente unica.
Hai dimenticato il suono delle tue parole.
E non riesci più a percepire chi sei.
Le maschere che a volte ci imponiamo di mettere, non coprono solo il nostro volto, ma i gesti spontanei che ci abitano.
E rendono artefatti il giorno e la notte nei nostri viaggi quotidiani.
Cala il buio quando ci si perde.
E per assurdo che sia, in quell’angolo di buio assoluto, ci è data la possibilità di sollevare il velo che copre di nebbia i pensieri, i cuori.

Così la notte diventa diapositiva del giorno.
Sovverte solo le luci, le cambia di posizione.
E a volte, è proprio questa l’arma più potente: spostare lo sguardo, cogliere nuove dimensioni.
Il sole avvolge di calore le ferite della terra.
Tutto ciò che circonda acquisisce il bianco naturale della sua forza.
Ma dura la frazione di un giorno.
E il candore che abbagliava, diventa flebile. Lontano.
Eppure appaiono i firmamenti.
E la loro bellezza, non è da meno.
L’uomo che si dica, prima o poi, tocca con mano la sofferenza.
Ma dalla sofferenza può rinascere.

Fasi straordinarie.
Tempi supplementari che aiutano a vincere la partita più importante: quella della vita.

Simona Guarino