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Roma, città eterna… eternamente sporca.
Ormai si parla di “emergenza rifiuti”, giacché da mesi i romani sono abituati a trovare montagne di sacchetti di spazzatura a terra, accanto agli appositi cassonetti deputati alla raccolta, dunque la città è in uno stato di abbandono e degrado.
Tra le polemiche dei cittadini, ormai stanchi, e le denunce, è emerso che alcuni dipendenti di una società appaltatrice dell’ AMA -che è la municipalizzata per azioni che opera nei servizi ambientali per conto di Roma Capitale- sistematicamente registrano su un apposito palmare di aver raccolto i rifiuti davanti ai negozi chiusi senza effettivamente ritirarli. Per questi è stata ipotizzata una truffa ai danni delle casse comunali.
Non solo le periferie, ma anche le zone più centrali sono al collasso: non bastavano le buche pericolosissime soprattutto per moto e auto, i marciapiedi sconnessi, le problematiche legate al blocco del traffico per l’innalzamento dei valori delle polveri sottili (senza garantire il buon funzionamento dei mezzi pubblici). Così, il passo successivo è l’individuazione di un sito sul territorio, da destinare allo smaltimento dei rifiuti! Monte Carnevale è il sito indicato, situato a pochi chilometri dall’aeroporto di Fiumicino e proprio sopra le falde acquifere di Fiumicino, e vicino all’ ex discarica di Malagrotta che, per la posizione gradita ai gabbiani reali che ne trovavano nutrimento, provocarono almeno due incidenti aerei negli anni scorsi, nonché  situato vicino alla Raffineria di Roma.
E Roma dice no, l’11 gennaio scorso si è tenuta una manifestazione contro “Malagrotta bis” alla presenza del sindaco di Fiumicino, delle associazioni ambientalistiche; un sit-in a cui hanno partecipato anche i bambini con i genitori e ha sfilato un carro funebre, metafora quanto mai azzeccata. Ma non è tutto, o solo questo: la città è sporca per i mozziconi di sigaretta gettati a terra, per le cartacce che non vengono buttate nei cestini appositi, e se sono pochi bisognerebbe mettere in tasca quella cartaccia aspettando di incontrare il cestino.
Allora è un fatto culturale? Anche!
Se la questione dei cassonetti pieni può dipendere da AMA, la sporcizia e l’abbandono in strada dei rifiuti, troppo spesso anche ingombranti, dipende da noi.
A Roma, come in tutte le città, esiste un preciso programma  di raccolta dei rifiuti: la capitale prevede ritiri gratuiti a domicilio previa prenotazione, centri di raccolta dislocati in varie zone, raccolte domenicali programmate e raccolte straordinarie. Roma pulita dipende anche dalla mentalità dei cittadini, dei turisti, dei lavoratori pendolari, delle associazioni, perché tutti insieme si possa garantire decoro e pulizia.
Bisogna inculcare la cultura “zero rifiuti” inerente il consumo e la produzione sostenibili, come enunciato dall’obiettivo 12 dell’Agenda 2030; incrementare la cultura della raccolta differenziata, del riciclo, contro il canone dell’ “usa e getta “, in maniera che il problema spazzatura diventi una risorsa anche per ridurre gli sprechi. Dunque, è necessario intervenire sia sul piano dell’innovazione tecnologica che su quello delle abitudini di vita delle singole persone e delle comunità.
Donatella Palazzo