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Mi basta una febbre banale per tornare a sentire lacerante il distacco. Emozioni opposte si accavallano durante il giorno, tra la tua assenza piena di ricordi e la tua presenza, apro un cassetto e ritrovo le tue ultime misere cose che custodisco come gioielli preziosi. Ma è quando non sto bene che ti cerco.
“Come stai?” mi dicevi posandomi dolcemente una mano sulla fronte, col tuo viso carico di apprensione anche se era solo un mal di pancia.
Quello che vorrei ora è risentire quel “come stai?”. Mi basterebbe una tua carezza, quella che mi sfiorava appena appena i capelli, un tuo sorriso, un tuo gesto di tenerezza, uno sguardo d’intesa, quello che ci faceva complici senza parlare, quello che mi leggeva dentro. Continuerò a cercare ovunque il calore di un tuo abbraccio, morbido, intenso, un tepore che non ho mai più sentito.
Ed è lì, tra le tue braccia, che vorrei restare per sempre.

Enrica Suprani