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Giusto tre mesi prima che iniziasse l’Era Covid, noi di Ore d’otium avevamo terminato il nostro lavoro su Edward Hopper. Poi un disguido all’Hotel Palace, un altro in America (Mamma, corri!), non ricordo cosa al Comune ed arrivò il mostro che, con l’accordo di politicanti non geniali e di pseudo scienziati – tutti nevrastenici quasi giustamente –  ci chiuse in casa.

Gli “otiosi” ne uscirono apparentemente indenni, anche se qualcuno fra noi era piombato in una brutta depressione. Depressione accantonata il sette dicembre nella sala del nostro Comune, felicemente vuota.

ll verme è venuto, ha visto la mala parata  – qui non si batte chiodo – ed è  andato via: Cretino, oltre che malvagio perché ha perduto un’ora di interessante spettacolo colto, come pochi se ne vedono da noi. Otto persone studiose,intellettualmente impegnate, con corredo di di tante foto, poesie, musica, canti, hanno presentato il più importante pittore statunitense, Edward Hopper.

I pochi presenti, tutti, hanno chiesto che un tale lavoro non vada perduto e ci hanno spinto a ripeterlo, magari in istituti dove si studi l’Arte, visto che nel testo non mancano paralleli con altri artisti.

Finalmente rasserenati, noi “otiosi” ci siamo dati appuntamento per il prossimo lavoro che sta già nascendo.

Gabriella Pastorino