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Ragazzi ravvoltolati nel fango ce li mostra la tv. Li vedo e mi si allarga il cuore: Spettinati, sporchi, con movenze di certo non aggraziate si caricano di cose comuni, pesanti, passandosele l’un l’altro. Si vede che son stanchi; noto pero’, in brevi, brevissimi flash, che quando qualcuno gli si rivolge, aprono il viso in un sorriso; e si’ che chi gli parla non invita al sorriso: persone stravolte, disordinate, spesso schizzate dal fango anche loro. 

Di fango si coprono volontariamente altri ragazzi, in luoghi belli, benedetti da Dio che loro cercano di sconciare; la spiegazione e’ che rovinano quei tesori per il bene comune, per sensibilizzare… Non li ascolto più’. Mi urta pensare che stasera un pasciuto essere inutile ne scriverà come di eroi, sorvolando sulla loro scarsa intelligenza, sulla loro scarsissima cultura che li rende burattini manovrati da mani esperte. 

Invecchiando mi si e’ formato in mente uno spartiacque segnato dal Rispetto. E cosi’ rispetto ed ammirazione per i ragazzi che son coperti dal fango che sta soffocando persone e case e beni e campi, fango che fa paura… se si indurisce sarà cemento, e come liberarsene?… 

Assenza totale di rispetto che sfocia talvolta in disprezzo, per chi tira i fili facendo ballare a suo piacimento giovanissimi  di intelligenza modesta cui e’ stato insegnato prima l’odio e poi tiritere senza senso che costano denaro, tanto, a tutti noi, inneggiando ad eguaglianze, a valori inesistenti. Mi piacerebbe leggere un elenco di quelli che, specie all’approssimarsi della primavera, escono dal mare – anzi dalle scatolette – e passeggiano in gruppi ciangottando di principi senza capo ne’ coda; vorrei trovarne almeno qualcuno fra quei ragazzi trasandati, sporchi, luminosi, che nemmeno il fango riesce a spegnere. 

Gabriella Pastorino