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Grande, soprattutto grazie ad una classe di giornalisti d’assalto, si e’ fatto il potere dello stigma sociale, del quale ci si serve soprattutto per colpire avversari politici. Fare degli esempi e’ del tutto superfluo, ma conviene sottolineare che cosi’ si spiana sovente la strada a persone del tutto incapaci ed intellettualmente poco dotate.

Ho accennato all’agone politico, ma vorrei dire qualcosa sul mondo dei giovani per i quali, al contrario, lo stigma sociale si e’ quasi volatilizzato: ed anche qui gli esempi sono tanti, troppi troppi.

Si assecondano comportamenti che se fossero solo scemi ci sarebbe da sorridere, in quanto l’adolescenza da sempre e’ stata caratterizzata da stupidate, anche per i giovani intellettualmente impegnati: 

Eravamo quattro amici al bar,

 che volevano cambiare il mondo,

destinati a qualche cosa in più’

che a una donna e ad un impiego in banca;

Si parlava con profondita’ 

di anarchia e di liberta’

Tra un bicchier di coca ed un caffè’

tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi faro’.

Eravamo tre amici al bar… 

Gino Paoli stornellava una canzone della mia gioventù che in realtà ho legato dopo ai miei anni sognanti: Mamma certo non mi consentiva di andare con gli amici al bar ed io, ascoltandola, ricordandola, mi rivedo spesso alla Federico II sul breve passaggio che collegava Lettere a Giurisprudenza dove noi, certi di esser destinati a qualcosa in più, volevamo cambiare il mondo. Qualcuno disquisiva sull’Africa, ma noi, con vivi negli occhi della mente gli Stati Uniti d’America, parlavamo soprattutto di Unione degli stati europei… E’ andata come e’ andata, le parole Unione Europea sono nuvole sfilacciate, usate solo per delineare pregi e difetti – difetti soprattutto – dell’avversario politico del momento.

Sottolineo del momento perché oggi e’ tutto un fluttuare, di identità sessuali come di idee ed ideuzze politico-sociali. E pur tuttavia quando si parla del mondo giovanile, il più prezioso e delicato, fluttua, anzi latita lo stigma sociale: 

I giovani non vanno criticati, men che meno sanzionati! 

Che grande errore!

Gli idoli dei nostri ragazzi sono squallidi, improponibili, e tuttavia dalla tv  impettite sciocche signorazze del “ mondo dell’arte(?)” blaterano la loro volgare sconfinata inspiegabile ammirazione per certi giovinastri cui farei prima di tutto una doccia con shampoo, spianando loro la strada pure presso noi anziani che comunque cosi’ andiamo alle loro esibizioni ed acquistiamo i loro dischi.

Facciamo in tal maniera un gran male, credetemi, un male grande ai nostri ragazzi, come quando vestiamo di parole nuove e leggere le loro debolezze, quelle che andrebbero comprese, ma comunque sottolineate e stigmatizzate. 

E’ difficile vietare qualcosa ad un figlio, specie se da decenni ci martellano con frasi tipo “Debbono sentirci vicini, dobbiamo conquistarci la loro confidenza” Certo, vicini, ma mai complici! 

E mai cerchiamo un dialogo su argomenti per loro lunari, quali  amicizia, solidarietà’, e men che meno dignità’ ed astruserie del genere. Del resto, quando nel mio lettone si avvicendano fidanzati giovani e prestanti, come posso rimproverare mia figlia per la sfilza di boyfriends? Quando tornerà’ a casa incinta di chissa’chi, diro’ che comunque un bimbo e’ un dono del Signore e… e che il Signore aiuti lei e soprattutto l’innocente che porta in grembo. 

Un po’ di anni fa un essere di genere femminile ammantato in una toga da giudice mando’ più’ o meno libere delle bestie che avevano a lungo straziato su una spiaggia una giovane sotto gli occhi del fidanzato variamente torturato. Spiegazione: Sono stranieri che vengono da paesi lontani e non sanno che da noi ci sono usi e costumi diversi, da noi non si usa divertirsi straziando un corpo femminile. 

Ed ancora: un quindicenne si e’ suicidato spinto dalle incessanti pressioni anche sul web, di un branco di coetanei che gli imponevano di uccidersi; con dolore vero sottolineo che fra questi esseri inqualificabili c’erano due ragazze. 

Mi chiedo perché’ non lasciarli liberi: anche loro, ne sono certa, non sanno che odiarsi non e’ contemplato fra i comportamenti umani, anzi, dati certi esempi…!

Ho letto di 4 donne di eta’ diverse, ma “artiste”, azzannare una donna nata in una culla non fortunata, che senza piegarsi a trafile umilianti ha raggiunto posizioni di potere: lo hanno fatto in primis per conquistare finalmente una pagina di giornale e poi forse, chissa’,  per fingere di non essere le creature ignoranti ed impreparate che sono. 

Questi sono gli esempi proposti, o meglio, imposti ai nostri giovani. 

Da ragazza, sempre nel MedioEvo, ricordo che snobbavo le canzoni romantiche dove amore fa rima con cuore e cantavo, malissimo, le canzoni degli americani. Sempre la stessa zuppa era, ma i ritmi, le voci le sentivo più’ affini alla donna che volevo diventare. Ora, per favore, ascoltate il senso di certe canzonette: qualcuna inneggia, facendone il nome, a droghe tragicamente pericolose, altre, la maggioranza,  all’uso del corpo femminile. 

Per un De Andre’che conosce la poesia, tanti altri si ravvoltolano fra gli istinti più’ bassi.

I book delle aspiranti attrici sono un susseguirsi di trionfi di lati B; quando poi il regista mostrerà solo quello nei suoi film, si gridera’ al maschilismo. 

Le ragazzine si sentono autorizzate ad andare a scuola con abbigliamenti impropri (come parlo bene…per non dire scosciate ed altro). Il docente che le riprende vien messo alla gogna da genitori furenti, presidi balbettanti, giornali che sulle cosce di una alunnetta ginnasiale riempiono pure tre colonne. 

Povere ragazzine, che hanno tagliuzzato i jeans strappati a mostrar pezzetti di conturbanti nudità copiandoli dalla canterina scema di turno… 

Non intendo giudicare i nostri ragazzi, ma nemmeno difenderli; sono intelligenti, sostenuti dalle famiglie e potrebbero usare il cervello, prima di tutto scegliendo : scale di valori, amicizie, luoghi, persone, abbigliamento, amori. Ed invece sono un gregge, manovrabile con estrema facilita’, un’arma per la società’ tutta. 

Gabriella Pastorino