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Io il presepe lo allestisco tutti gli anni perché, come diceva don Carlo Papa, “è una cosa bella assai “.
È un’emozione unica e indescrivibile. Ti porta indietro nel tempo e ti riempie il cuore di gioia e serenità.

Osserviamo insieme alcune immagini del mio presepe.

Gesù Bambino ci invita a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo, scoprendo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi ed essere sempre al nostro fianco.
La Sacra Famiglia: Maria, Giuseppe, Gesù, rappresenta la povertà e l’umiltà, ma anche la forza e la speranza di spirito di chi non si arrende alle difficoltà. Un Bambino che nasce in una stalla, riscaldata dal bue e l’asinello dall’amore dei genitori. Un Bambino che fugge dall’insidia e dal male, eppure, ci dona tanto amore.

Ci sono gli Angeli: Gabriele, Raffaele, Michele. Gli Angeli sono i messaggeri inviati da Dio agli uomini, l’Arcangelo Gabriele è l’Angelo dell’Annunciazione … e poi gli Angeli che annunciano ai pastori la nascita di Gesù.

C’è un cielo pieno di stelle, sembrano tante lucciole parlanti che vogliono comunicarci qualcosa. Una di queste, più grande e ben visibile, attraversa il firmamento e si ferma su quella stalla, attirando l’attenzione e la curiosità di tutto il mondo.
Quel luogo di nascita, periferia di Betlemme, è circondato da monti, il più alto è caratterizzato e ricoperto da neve bianchissima su cui si ergono tante casette.
Sono presenti ruscelli e cascate. Più a valle, laghi, fontane, pozzi.

La città di Betlemme si erge imponente su una collina, le cui abitazioni, completamente illuminate con fiaccole, trasmettono aria di grande festa: la nascita del Salvatore.

È visibile un grande deserto, arido, sabbioso e ciottoloso, in cui sporadicamente si intravede qualche oasi. Quel luogo, desolato, selvaggio, è lì, con la sua estensione come se volesse difendere e tenere lontano qualcuno o qualcosa.

Un numero enorme di pastori, provenienti da tutte le parti, si affollano per rendere omaggio al Bambino.
Il primo pastore ad onorare la Sacra Famiglia è Gelindo, pastore che offre la propria stalla a Giuseppe e Maria per affrontare il delicato momento della nascita.

Subito dopo, arrivano gli Zampognari. Con i loro umili strumenti musicali, riempiono l’aria di una dolce melodia e, accompagnati dal canto degli Angeli, allietano il Bambino che sorride contento.
Si intravede una donna girovaga che si aggira tra la folla, la sua condizione ci ricorda tanti profughi di oggi.
Arriva Alex, il pastore buono, proveniente dalle vicine colline con un agnello sulle spalle. È stato svegliato nella notte accogliendo il lieto annuncio. Subito è partito ed è giunto alla stalla per conoscere il Bambino.
C’è anche Mimi, il falegname. Ha lasciato la sua bottega per portare in quella stalla una piccola culla costruita con le sue mani. Un piccolo dono per il Bambino. Mimi contempla commosso il Bambinello, mentre Maria lo culla.
La lavandaia Enzina, lasciate le sue faccende, è lì, nella stalla, accanto a Maria. Si sente nell’aria il profumo di pulito dei lenzuolini portati in dono e nei quali è stato avvolto il Bambino. Maria la guarda con un sorriso riconoscente.
Dal forno giunge Gherardo. Saputo la notizia si è subito unito alla folla recandosi verso la stalla. Con un cesto di pagnotte ancora calde, si inginocchia davanti al Bambino e gli offre il frutto del suo lavoro da condividere con tutti.
Non manca l’oste. C’è aria di festa intorno a quella stalla e Lucas con un’anfora colma di vino, ne offre un bicchiere a tutti per condividere la gioia.
Nel negozio di carne si intravede Cinziniello il macellaio, che è intendo alla macellazione della carne per offrirla al Bambino Gesù.
Fuori dalla stalla c’è anche Alferio il muratore, pronto per intervenire nella costruzione di un locale più adeguato affinché protegga meglio la famiglia.
Paul, l’uomo delle montagne ha saputo del lieto evento, con in mano una lanterna, si sta precipitando per arrivare in tempo alla capanna.
In un angolo, poco distante, dorme Benino, sta sognando un bambino appena nato che gli sorride e gli dice: siamo amici, resterò sempre con te.

” Ecco! Suonano le campane. È scoccata mezzanotte! Pur le corde si son rotte, ma continuano a suonar. Gli occhi miei son pien di lacrime, e mi tremano le mani, mentre pongo il Bambinello tra il bue e l’asinello. È Natale! Il presepe è questo qua ” (versi tratti dalla poesia di don Carlo Papa).
Sono trascorsi dodici giorni dalla nascita.

Siamo al 6 gennaio. È l’arrivo dei Re Magi: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre. Con abiti ricchi, reggono i tre doni, provenienti da tre continenti. Melchiorre, proveniente dall’Asia, porta l’incenso (divinità di Gesù). Gaspare, proveniente dall’Europa, porta l’oro (simbolo della regalità). Baldassarre, il mago dell’Africa, porta la mirra (imbalsamazione per ricordare la futura morte di Gesù). Sono comparsi nella notte dell’Epifania che come si dice “ogni festa porta via”.

A conclusione del periodo natalizio mi pongo un un interrogativo. Che significa quel Bambino nella mangiatoia, la Sacra Famiglia, il presepio, i soggetti che affollano quel luogo, i Re Magi, la buona novella?
Il presepe non è solo un mistero né tanto meno una storia. Il semplice fatto che in ogni parte del mondo, in ogni famiglia si rievoca la tradizione del presepe, deve essere considerato realtà. La famiglia di Nazareth è il modello di famiglia da imitare.
Quel Bambino che è nato significa tutto, tutto quello che ci circonda. È colui che intermedia tra Dio e noi esseri peccatori. Quel Dio Bambino che ha scelto di farsi come noi per farci come Lui, è capace di suscitare stupore, tenerezza, meraviglia. Solo con l’animo di un bambino si è capaci di amare. Tutto il resto, i soggetti, i movimenti, il raccoglimento, i racconti, l’usanza, la preghiera, rappresentano affetti e valori della vita quotidiana.
Il Bambino inizia a crescere, si forma divinamente, insegna, inizia il suo Ministero pubblico, la sua profezia, il suo pellegrinaggio terreno, la sua sofferenza, la sua morte, la sua risurrezione.
Un percorso per dettarci e farci conoscere ” la Via, la Verità, la Vita “.
” BUON NATALE ”
Gaetano Rispoli