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Raphael Gualazzi

 

Ieri sera a Salerno con mia figlia all’Arena del mare ad ascoltare Raphael Gualazzi:

Jazz senza freni, espressione di sensazioni, solo musica da godere, lasciandola entrare in noi.

Ho vissuto molto a lungo, ma ieri sera non contavano gli anni, o forse sì, perché ero particolarmente indifesa di fronte alla musica forte, violenta che cattura con una lingua sconosciuta che si impone.

Erano quasi tutti brani nuovi; eccetto naturalmente Reality and fantasy, lunga lunga lunga e coinvolgente, e dopo un po’, altrettanto naturalmente, Follia d’amore.

Un paio di brani particolari, un divertissement da un pezzo di Verdi, poi una canzone, ma il resto era un fluire di note, di MUSICA.

A mezzanotte mia figlia , che pure sa abbandonarsi all’Arte variamente espressa, era stremata.

Io no… o non so:

Per me é stata come una trasfusione di energia forte, di vita, quella che mi è stata sottratta per tanti mesi, durante i giorni bui della non-vita.

Non uso spesso il verbo “sentire”, ma certi versi, certi quadri, certe pagine, certa musica io la “sento”: Hikmet, Ovidio, un vecchio canto di Napoli, la morte del cigno, l’amore cantato da Puccini, qualche momento di musica soul, di jazz, sono miei, mi danno vita.

Oggi sono stanca, ma nel contempo il sangue scorre nuovamente veloce.

 Gabriella Pastorino