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8 dicembre 2017

Caro diario,

Mi chiamo Lucy, ho un’età “mentale” indefinita fra gli 8 e i 15 anni ed una anagrafica di 45.

Quella mentale l’ha stabilita un’equipe di camici bianchi a fiorellini e ciabatte rosse, quella anagrafica un impiegato comunale amico di mamma che, 45 anni fa, è sicuro di avermi vista nascere fra lo stupore e lo sgomento di una schiera di zie, nonne, sorelle e fratello della suddetta mamma.

Vivo in un appartamento con grandi vetrate, dalle quali posso scorgere il mondo e dove il mondo può conoscere me. Il nostro tetto è di legno e, sebbene il proprietario di casa, abbia garantito alla mamma che non necessita di ristrutturazione, la mamma ogni settimana, ha la mania di contrariarlo, raccogliendo le tegole di terracotta che cadono dal soffitto del cielo e deponendole in ceste di plastica. Dice che con quelle, lo vuole abbellire. Solo da noi piove terracotta.

Questa sua mania del “contrasto “, mi sta proprio stretta. Ogni volta che decido cosa mangiare, lei, deve sempre contraddirmi. I biscotti nel latte e non nella Coca-Cola, il formaggio solo sulla pasta e non sulle mele a fette, il pane tostato con la marmellata al posto della cotoletta. In fatto di gusti, non siamo per niente in sintonia . Però, qualcosa mi suggerisce che si diverta a farmi arrabbiare. È la mamma dei “no”. “Lucy non puoi restare sveglia fino a tardi, i folletti ti possono trovare”; “Lucy non puoi uscire da sola, lo sai che per strada gira cattiva gente”; “No Lucy, la televisione si può guardare solo fino alle otto, lo sai che poi fai fatica ad alzarti la mattina”. Insomma, la sua vita è tutta cosparsa di “No” e poiché ora, non trovano più posto, li emigra nella mia. Il nonno, diceva sempre che il marito della mamma, il mio papà, era scappato per i suoi no. Lo posso capire. La mamma, invece, continua ad affermare che è proprio grazie ad uno dei suoi “no”, se sono nata.

Il mio papà, è salito in cielo a preparare il posto al nonno, quando avevo cinque anni. Il nonno lo ha raggiunto solo l’anno scorso. Non ho mai capito perché, il papà, ci abbia messo così tanto a sistemare la casa al nonno. Suor GinaRosa, mi ha rivelato, che sono solo gli angeli, gli addetti all’edilizia e che nessuno lavora in Paradiso. Allora ho pensato a due cose: o Dio, aveva pochi Angeli extraterrestri e ha dovuto cercarne qualcuno sulla terra, oppure, anche il papà, come affermava il nonno, era stanco dei “no” della mamma.

Il nome Lucy lo ha scelto la mamma. Quando ha saputo di essere incinta, ha pregato tanto la Madonnina perché il bambino o la bambina che portava in grembo, nascesse sano o sana. E se l’avesse esaudita, avrebbe dato al pargolo o alla pargola, il nome del santo del giorno. La Madonnina, deve aver ascoltato la sua preghiera perché, sono arrivata il 13 dicembre e la mamma mi ha chiamata Lucy. Meno male che non sono nata il 26 maggio, non mi ci sarei vista nei panni di una Filippa.

L’azzurro è il mio colore preferito. Il cielo dove il nonno e il papà stanno continuando a sistemare la casa, è azzurro. Gli occhi della mamma, sono azzurri. L’uccellino che mi hanno regalato l’anno scorso al compleanno, ha le piume azzurre. E la fatina di Pinocchio, il mio libro preferito, è azzurra. Turchina, mi suggerisce la mamma. Non la contraddico, perché lei non conosce la storia del libro, non sa che non è nata in Turchia la fatina. Ma non diciamoglielo, si offenderebbe.

Lavoro da qualche mese in una libreria. Poche ore al giorno e non tutti i giorni. Me lo ha trovato Maria, l’amica “psicosimpatica” della mamma. Ha questo nomignolo buffo perché, come mi hanno detto, ha studiato per tanti anni in una scuola per bambini simpatici e ha vinto il primo premio. È diventata la psicosimpatica della città e ora, può insegnare come essere felici. Io non ho fatto quella scuola, la mamma non poteva portarmi, era troppo lontana, ma ho imparato ad essere felice, da sola, con un trucco. Ogni sera, prima di andare a letto, guardo il pezzo di cielo stellato sopra la finestra. Chiudo gli occhi e recito la formula che mi ha insegnato suor GinaRosa: “papà del cielo, apri il tuo cuore, mandami oggi, gioia e amore; sorridimi sempre, stringimi forte, fai sparire dal giorno la notte; allunga la mano, parlami ancora, fa che io possa sentirmi padrona, non della vita, non della gente, solo di opere buone e rette.” Non ci crederete ma questo trucco funziona. Ogni mattina, mi alzo con la contentezza nel cuore.

La nonna diceva che la preghiera, aggiusta ogni cosa. E lei ne sapeva più di tutti. Faceva la sarta e in fatto di aggiustamenti, non la batteva nessuno. Nel giorno della mia Prima Santa Comunione, era stata lei a confezionarmi gli abiti. La mamma mi ha sempre detto che sembravo la fata turchina. Che poi, mica era azzurro il vestito. Ma te l’ho già detto, non dobbiamo contraddirla. Poi, un giorno, la nonna, cadde a terra sorridendo. Doveva aver finito di aggiustare la vita perché, da quel momento, smise di fare la sarta. La portarono in un posto lontano e non la vidi più. La mamma dice che in quel luogo, la nonna conobbe molte persone che le vollero bene e che insieme a loro, prima o poi, ritornerà a fare quello per cui ha vissuto. Se dovesse ritornare a fare la sarta, so già cosa chiederle per Natale: aiutarmi ad aggiustare la vista.

Ti stavo raccontando che lavoro in una libreria… ti devo svelare che ho scoperto molti libri speciali. In uno, si narra di un signore che in guerra, si era dimezzato ed era tornato a casa in due pezzi. Ma sai, è già difficile andar d’accordo con uno, figuriamoci in due. Litigavano sempre. Un po’ succede anche a noi, non ce ne accorgiamo ma, anziché apprezzarci per quello che siamo, per l’unicità che ognuno di noi possiede, tendiamo ad essere egoisti per “eccesso d’amore”, perché anziché amare tutti allo stesso modo, preferiamo amare noi stessi più degli altri. E questo “eccedere”, ci svuota dentro. La mamma dice che il mio essere “diversamente speciale”, l’ha aiutata a non commettere quest’errore.

In un altro libro invece, ho letto che uno psicosimpatico come Maria, sapeva interpretare i sogni di tutti. Ma proprio di tutti. E riusciva, attraverso i sogni, a guarire i limiti delle persone. Volevo scrivergli. Volevo chiedere a questo fenomeno della simpatia se mi aiutava a guarire dal mio limite perché, anche se la mamma mi rimprovera sempre di non ascoltare la gente, che a volte non sintonizza il cuore sulla frequenza giusta e non collega la bocca al cervello, io l’ascolto lo stesso e sento. Li sento i commenti. Mi arrivano prima al cuore che è sempre sintonizzato. Poi salgono alla testa e anche se, come dicono loro, non sono in grado di elaborare il significato della vita, ho compreso che la loro, dev’essere stata creata in uno di quei giorni dove si è fatto molto uso “d’eccesso d’amore”. Ho cercato in tutto il libro l’indirizzo di quell’uomo psicosimpatico ma, deve aver dimenticato di scriverlo.

Ieri ho iniziato un nuovo libro. Me lo ha regalato suor GinaRosa. Parla della creazione di tutto il mondo e di come si possa viverlo. La mamma, quando a volte è arrabbiata, dice che alla nascita, non le hanno donato le istruzioni per affrontarlo questo mondo. Vorrà dire che, quando finirò il libro, gli e lo prestero’. Spero che non abbia fretta, visto che ha aspettato tanto, perché, da qualche settimana, non ci vedo molto bene e faccio fatica a leggere veloce.

Fra qualche giorno è il mio compleanno e non voglio chiedere nulla come dono. Ho tutto. Ho la mamma che è la mia amica del cuore e Willy che è il pelosetto di casa. È un criceto morbidissimo, goloso di arachidi e semi di girasole. La mamma lo guarda a distanza e sorride quando lo vede rotolare all’interno della gabbia per ore. Ma non gli si avvicina perché ha paura d’essere morsa. Willy, ha una passione smoderata per la ruota che gli ho comperato. Lui, si, ha capito tutto della vita. Quando le cose gli vanno storte, perché magari ha poco cibo o poca acqua, quando è triste, perché la mamma ha girato la sua gabbietta in un angolo sul terrazzo, per non vederlo più, lui si rifugia nella ruota e capovolge il mondo e la sua prospettiva di vita. È un genio.

Ora devo scappare. La mamma sta per venire a prendermi. Oggi non lavora, vuole portarmi in un posto speciale, è il suo regalo per il mio compleanno. Sapeva che non le avrei chiesto nulla. Da quando ci vedo poco, ho sviluppato l’occhio del cuore. Lo chiama così il dottor Martin. È il nuovo medico della mamma. Lo ha trovato in saldo all’ospedale. Così mi ha detto lui. E credo che questa volta, abbia davvero fatto un’affare. Lei, che ha dieci decimi per occhio, in questo ci ha proprio visto lungo.

Ciao diario, alla prossima avventura.

Lucy

 

1° gennaio 2018

Caro diario,

Lucy, è salita a prepararmi il posto in cielo, la notte del 13 dicembre. Ora starà già coordinando le operazioni di restauro con il nonno e il papà.

Sono riuscita a farle vedere l’azzurro del cielo, dalla ruota panoramica della città e, proprio come il suo criceto, abbiamo cambiato prospettiva al mondo. E siamo riuscite a sorridere alla vita, fino in fondo.

Ti chiederai allora se, quella preghiera, recitata anni fa, è stata mai ascoltata. Si, rispondo. La mia preghiera è sempre stata esaudita.

Lucy è nata “diversamente speciale” e per 45 anni, ho vissuto in modo speciale la mia vita con lei.

È riuscita a farmi “guardare” oltre la superficie del nostro limite umano. Laddove noi intravediamo solo sfumature di vita, lei con nitidezza le attraversava.

È nata il 13 dicembre, Santa Lucia. Ed è ritornata nel tuo immenso, lo stesso giorno. Ora lo so, nel suo destino era il tuo disegno. Lucy non per nome ma per merito: capacità di vedere con gli occhi della vita, quello che la vita è: l’unico meraviglioso respiro d’amore.

Ho imparato molto da lei.

Ora il mio colore preferito è L’azzurro, perché è nell’azzurro del suo cielo che la ritroverò.

Ho riportato il criceto in cucina, e non ho più paura ad osservare le sue acrobazie.

Non ti scriverò più. Lucy, mi ha fatto capire come possa, una semplice ruota, cambiare la prospettiva del nostro vivere. E penso che da oggi, la sviluppero’.

Mamma

 

Simona Guarino