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Che vale ripetere   i soliti concetti, sempre gli stessi? Eppure no, mi sembra che qualcosa cambi, si definisca…

Alcune donne da tanti paesi diversi paiono privilegiare finalmente il fare, a scapito – era ora! – di chiacchiere e nobili proclami. Si fanno sentir meno – o probabilmente si da’ loro minor importanza – le sedicenti femministe che femministe non sono. Queste creature si fregiano di una qualifica che assolutamente non le descrive e che, proprio per questa indebita appropriazione, ha perduto la nobiltà del significato datole dalla Storia per ridursi ad un termine spesso francamente offensivo. Non sono femministe  certe donne  accomunate solo da un livore inquietante verso l’altro sesso da cui si sentono prevaricate, sfruttate. 

Ho detto che mi sembra che qualcosa stia lentamente cambiando; mi riferisco al fatto che tanti sono oggi i posti di potere vero occupati da donne. Generalmente ci fermiamo un gradino prima della vetta, occupata sempre e comunque da un maschio: la vicepresidente o la segretaria, per intenderci. Ora invece si moltiplicano “le presidenti”, ossia quelle che hanno finalmente potere decisionale. Ho detto e ripetuto più e più volte la mia avversione per le quote rosa, legge cosi riassumibile: i primi dieci posti andranno ad uomini, l’undicesimo verra’ assegnato ad una donna,  e non conta che ci siano uomini più capaci; il posto sarà di una donna, quali che siano le sue capacita’. Se non e’ discriminazione questa, e per di più offensiva…

Per tornare al cambiamento che avverto: confesso che un balzo in avanti al femminile me l’aspettavo. 

Quello che non mi aspettavo e’ stata la scomposta reazione di molte, troppe donne: quelle stesse che per decenni hanno parlato di inaccettabili prevaricazioni maschili, quando hanno visto il vertice occupato da una “sorella” se ne sono adontate. Una vecchia donna (ahimè intelligente!) ha tagliato corto: “Guardate bene, quelle non son donne, sono uomini in incognito!” e non si riferiva agli strani cambiamenti di sesso che non stupiscono quasi più, no! Le donne con sagacia, intelligenza e fatica prendono il potere e lo esercitano, ergo son maschi. Si sottintende, anzi non si sottintende, si esplicita: essendo inferiori hanno bisogno di una guida, se non ne sentono la necessita’ , se camminano da sole, decidendo per se’ e per gli altri, son maschi; e non conta che abbiano partorito e che lontano dal lavoro, siano madri e compagne amorevoli. 

Tornando al cambiamento felice che noto, lasciatemi osservare che vedo tornare in auge una parola ed un valore che sembravano obsoleti: la dignità. Il mondo tutto ha reso onore ad una donna che ha regnato per settanta anni con assoluta dignità, della sua dignità personale ammantando la vita ed i comportamenti sovente disdicevoli della sua famiglia.

Altra cosa che non mi aspettavo e’ lo scandalizzarsi perché una donna giovane ed impegnatissima, gravata delle più alte responsabilità, dopo giornate lunghe e faticose va a fare quattro salti in discoteca. Anatema! invece di arricchire lo spirito su tomi pesanti (in tutti i sensi)…

E queste sarebbero femministe? La Storia ce le ha descritte le femministe,  battagliere, incuranti di cattiverie e pettegolezzi feroci, lottare fino a finire dietro le sbarre perché le donne avessero non solo uno stipendio eguale a quello dei signori uomini, ma perché  potessero acculturarsi e conseguentemente esprimersi e vivere al meglio. Quando penso al femminismo ed a quanto ha donato ad ognuna di noi, naturalmente mi giganteggia dinnanzi agli occhi della mente Emmeline Pankhurst. E con enorme rispetto penso ad Oriana Fallaci, a Franca Viola e alle altre donne, affermatesi quali esempi prima di tutto di dignità, senza dover chiedere, e dare, ad uno o più uomini. Golda Meir, Angela Merkel, Margareth Tatcher e non solo, hanno reso migliore  la vita dei loro popoli guidandoli finalmente dal gradino più alto, all’ombra di nessuno. 

Spero, credo che saremo in tante a poter aiutare i nostri popoli in piena luce, quando niente e nessuno ci farà forzatamente ombra.

         Gabriella Pastorino