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Nel 2004, come presidente della Fidapa di Battipaglia, invitai Riccardo Pazzaglia  a presentare  il libro “Come l’America fu costretta a farsi scoprire”.​
L’autore, notissimo al gran pubblico come attore in “Così parlò Bellavista” e soprattutto come membro del gruppo di  amici di Renzo Arbore in “Quelli della notte”, fu simpatico, brillante, intelligente e  vendette tutti i volumi  che aveva portato; il giorno seguente, presentandolo al liceo di Eboli, dovetti dire che ahimè non ne avevamo con noi manco una copia.​
A cena parlammo un po’, dapprima superficialmente, poi più sul serio: avevo evidenziato qualcosa di ottimo livello culturale fra le pagine leggere del suo libro e lui, certo di essere compreso, mi esternò il suo cruccio per esser conosciuto, apprezzato, amato come poliedrico uomo di spettacolo e mai, proprio mai per la sua vasta cultura classica.​
Ho ripensato a quella interessantissima chiacchierata leggendo un paio di pagine acute su De Crescenzo e Camilleri: ​
-Niente sul sapido vocabolario siculo di Montalbano, niente sulle trame, sulla caratterizzazione dei personaggi, solo peana a risapute idee comuniste ultimamente rispolverate per ragioni politiche.​
-Niente, ma proprio niente sulla capacità di De Crescenzo di fare alta cultura con semplicità, niente sul suo impegno contro la camorra che ci strozza. Solo – e non è poco, lo so – lodi alla sua ironia gradevolissima e mai volgare.  ​
Ha scritto qualcuno che i critici più letti spessissimo inneggiano a cupi astrusi impegni civili talvolta fini a se stessi, mentre difficilmente sanno apprezzare  ​
l’intelligenza che educa con levità e con levità  accompagna a scoperte culturali puranco obsolete. Mi riferisco ovviamente alla grande passione di De Crescenzo per la mitologia. Quanta ne conoscono i nostri ragazzi? Le “cassette” di De Crescenzo la raccontavano con parole ed immagini semplici, insinuando nell’ascoltatore idee e concetti moralmente altissimi.​
Vedete, un pistolotto rigurgitante di indignazione e di paroloni  lo si scrive con una certa facilità; ben più difficile parlar con leggerezza di concetti e fatti difficili, anche perché non è da tutti conoscerli. Occorre un retroterra culturale vasto e profondo da cui attingere il meglio  per far nascere curiosità in chi legge o ascolta.​
Ho tutti i libri di Camilleri ed ho alzato la mano, anzi due, quando il comico Grillo ha detto che… vabbè  Camilleri… ma alzi la mano chi ha letto i suoi incomprensibili volumi. ​
Ecco, Grillo è un uomo semplice nel senso che ha poche semplici idee che con semplicità trasmette a creature semplici.​
De Crescenzo, no.​
                        Gabriella Pastorino​