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E’ notte.
Dalla finestra, posso scorgere l’assoluto,
che sovverte ogni certezza.
Ho freddo.
Il gelo, scava nelle pieghe della pelle.
Ho bisogno di te, di sentire che ci sei da qualche parte là fuori,
fra l’incavo dei sogni e il risveglio del giorno.
Ho paura.
La tua assenza, è il peso che porto,
il vuoto che divora ogni grammo di vita.
Mi manchi.
Nel mio silenzio, grido di poterti vedere,
di stringerti ancora e sempre,
respirare la “grandezza” che ci nutriva.
In quel divenire flebile che mi abita,
in quella pienezza che sapeva amarmi,
respirarti.
Noi, ora,
due anime che dormono nello stesso sogno,
ma in stanze della vita diverse;
a combattere i mostri dell’uomo,
a viverci d’immenso.
Noi, particelle minuscole dello stesso infinito.
A un passo da quel Cielo che ora vesti,
piccole scie luminose,
tracciano la strada verso casa.
E mentre il giorno volge il capo ,
grido alla notte che ti ha portata via.
Il dolore, così forte,
prosegue inesorabile, verso l’anima.
Ricordo il tuo estremo, anelito di vita,
le tue ultime parole,
sospinte dalle maree del cuore,
ormai stanco di combattere,
ma ancora forte d’amore.
“Ti voglio bene” Simi.
Anch’io te ne voglio, mamma.
Non aver paura.
Ti fidi di me?
Ce la faremo.
E poi… la notte.
La mia mano, ha stretto l’ultima bugia.
Mentre l’azzurro dei tuoi occhi,
abbandonava l’orizzonte dei miei,
mi sono arresa.
Perdonami se non ti ho salvata.
Ero a un passo da te, dentro lo stesso dolore.

Nel mio oggi, ti sento. Lo so, ci sei.
E ora che non hai più freddo,
ora che è solo in me,
puoi capire.
Ti prego, aiutami.
Riportami a casa.
Prendimi le mani,
scaldale di speranze,
sciogli i nodi che mi impediscono di vivere.
Accarezza le mie paure.
Dormiamo ancora insieme.
Tu accanto a me, io in te.
Ti prego, non mi svegliare.
Lascia che io sogni per tutte e due.
E resta, perché lunga è la notte.

Simona Guarino

Ufficialmente, tecnicamente, Gianna Cassandro, preziosa bibliotecaria di Eboli, cittadina legata alla Cultura, non fa parte di Ore d’Otium, ma è grande amica di tutti noi: è in prima fila ad ogni nostra manifestazione e ci sostiene con il suo garbo e la signorilità innata.

Non sapevamo di questa sua dote che ce la rende ancor più sorella.

I versi di Simona nell’interpretazione sentita, vissuta di Gianna ci commuovono profondamente.

Gabriella Pastorino