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Donatella, postando su FB un ricordo di Bukowski, del “nostro” Bukowski, inizia con “Un anno fa…

È passata una vita, non un anno.

I mesi bui, vuoti sono stati eterni e ci hanno fatto tanto male:

Ho il cervello intorpidito e non mi sono ancora liberata del tutto dalla paura; no, non del Covid 19. Mai temuto il verme immondo, lo giuro: di qualcosa bisogna pur morire.

Era altro: le paure indistinte e vaghe dei vecchi, mi dicevo e mi ripetevo, pur sapendo che non era vero.

Era altro:

Poiché ero già in casa da un mese per faccende mie, nervosa, stanca, sin dal principio degli arresti domiciliari ho iniziato a seguire ossessivamente FB e la TV.

Concerti ai balconi, Bellaciao che imperversava, “Andratuttobene”; qualcuno fra i più sensibili era certo che a fine quarantena saremmo stati tutti più buoni. Ne dubitavo, ma seguivo quanto accadeva: era del tutto nuovo e mi incuriosiva.

Poi la musica è cambiata. Mi mandavano in tilt le orrende creature che fotografavano e denunciavano chi tentava di rubare un momento di libertà. Mi martellava una domanda :”Perché non si fanno i fatti loro?”. E, confesso, non pensavo “fatti”. Leggevo laide giustificazioni…per i nostri figli, per il pianeta, per non so che… ed ero piena di disprezzo, io che sono una mozzarella paciosa e comprensiva.

Paura e rabbia montavano. Megascienziatistellari boriosi continuamente pontificavano, dilatando i nostri incubi.

Naturalmente chiesi subito aiuto a chi da sempre mi aiuta: Ho scoperto due nuove autrici, una francese, Valerie Perrin – delizioso “Cambiare l’acqua ai fiori” – ed un’americana, Elizabeth Strout, vincitrice di un Pulitzer per i racconti su Olive Kitteridge; ho letto subito tutti i suoi libri.

Ma era un distrarmi momentaneo.

Ero – e sono! – una privilegiata: i miei cari cari figli passavano quotidianamente a salutarmi, a portarmi una golosità, un libro nuovo, ma la paura non mi lasciava mai.

Sentivo i politici e mi veniva da piangere: il caos, la stupidità allo stato puro. Ricordo che quando arrivò finalmente un decreto (o come accidenti si chiamava) mi rasserenai; poi lessi con calma e vidi che dalle restrizioni erano esclusi fiorai e negozi di abbigliamento per bambini. Perché? E chiaro mi si palesò cosa sono coloro ai quali è affidata la nostra vita, il futuro dei figli. Oggi ritrovo quel senso di paura leggendo le follie che regolano – dovrebbero regolare – il ritorno alla vita di tutti noi.

Il 25 marzo, in barba al mostro schifoso, noi di Ore d’otium siamo riusciti a celebrare il Dantedi’, accorpando le nostre esibizioni recitative. Mi sono rivista, ero la più buffa con un tentativo di sorriso pur se presentavo Ugolino della Gherardesca; ma la mia figlia piccola (ex piccola) si agitava nel filmarmi dicendo che dovevo mostrar serenità…la serenità dell’Arte, borbottavo.

Insomma ho tentato di non precipitare nella depressione.

Ora ho ripreso a vivere; ieri due amiche mi hanno fatto visita. Io ho riso con loro:

Casa Gabriella ha riaperto le porte!

Mi attende l’Agenda 2021, la quindicesima della serie, che per la prima volta sarà a colori.

Ho in mente un bel lavoro sulla mitologia e qualcosa sulla civiltà giapponese. Non farò invece, come avevo pensato, studi e ricerche sulla peste ed altre sciagure. Basta!

Ora bisogna che mi rimetta al lavoro per riagganciarmi a Bukowski, Ovidio, Hikmet e agli altri miei compagni di sogni.

Ce la farò? Ce la faremo?

Gabriella Pastorino

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