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Per anni, tanti anni, ho raccontato dei miei studi al Tasso di Salerno e soprattutto di quelli alla Federico Secondo.
Degli anni al ginnasio ed al Liceo ricordo soprattutto l’ansia che mi faceva avvertire quegli argomenti come pressanti ed impegnativi. E tuttavia non posso tacere di aver alternato sempre la lettura di libri belli a pagine difficili e so di aver “scoperto” il fascino della Poesia – non intesa come argomento di studio e riflessione – proprio in quel periodo.
Ma il dono più importante e formativo l’ho ricevuto dagli studi universitari, come è normale che sia, essendo gli atenei palestra viva di pensiero e di confronto.
Pensavo e dicevo molte sciocchezze: ad esempio un mio “pezzo forte” era la certezza che gli Stati Uniti d’Europa ci avrebbero reso simili agli USA
Grande illusione, abbastanza campata in aria, lo ammetto, ma ne discutevo spesso, frenata dall’unico dubbio che la mancanza di una lingua comune avrebbe potuto costituire un handicap.
La facoltà di Lettere era di fronte a Giurisprudenza e trovavo interlocutori ben più preparati ed acuti di me. Parlando, PENSANDO, ASCOLTANDO, ho imparato tanto, ho imparato ad esprimere le mie idee -MIE, giuste o sbagliate che fossero – e saper riconoscere con relativa facilità chi era più in gamba di me.
Ma, ripeto, non era niente di eccezionale. Nessuno di noi si sarebbe sognato di togliere la parola a qualcuno e mai e poi mai di bloccare un confronto ragliando frasette idiote vuote di contenuti.
Mi piace ricordare che da qualche parte lessi di Lucio Battisti che, in un consesso di giovani si vide bloccato da un coro di “Scemo, scemo”.
Si alzò, andò via, continuò a scrivere cose belle e ricche di sensibilità, mentre i suoi interlocutori mancati continuarono a blaterare parolette cretine, lieti e contenti di aver avuto la meglio su un cantautore famosissimo.
Una pensosa quanto pallosa giornalista che non riesce ancora a capire come mai gli italiani non accettino le sue vuotaggini, ieri sera ha commentato le sciocche intemperanze di ragazzetti lieti, in un’aula universitaria, luogo deputato ad alti dibattiti intellettuali,di aver tolto la parola ad un ministro reo di raccogliere tantissimi voti tributatile da un popolo… naturalmente bue!
Se il potente tacita il popolo è repressione, se il popolo, per quanto cretino ed ignorante, tacita il potente si tratta di giusta affermazione di se’, ha pontificato la sedicente intellettuale e così a fine giornata i poveri poveri ragazzetti ancora ripetevano slogan scemi, tutti felici di averla avuta vinta su un ministro.

Gabriella Pastorino