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Inizio parlandovi di Ore d’otium perché mi aiuta sentire che il maledetto virus non è riuscito ad isolarmi del tutto. Noi “otiosi” usiamo dividerci i ruoli, i compiti, secondo le nostre capacità e propensioni; per qualcuno la scelta è obbligata, per Margherita ad esempio: la sua voce è la nostra voce nelle pagine che richiedono arte musicale; se aggiungete che è anche signora delicata e gentile, si capirà perché interpreta pure le prose e le poesie che dovrei leggere io.

A riempir pagine di ricerche e studi son buona io che ero e sono una prof. e che ho tanto tempo libero, a differenza delle altre più giovani ed ancora oberate di lavoro.

Ogni mia pagina da mostrare la affido a Donatella, gentile e paziente come Margherita e per di più tecnologicamente preparata: In “Raccontiamoci” a lei chiedo di inserire immagini che diano un’identità a chi cito con il solo nome.

Stavolta a Donatella chiedo di non scegliere foto per la pagina che vi propongo.

Naturalmente parto da un guitto furbo, ricchissimo, intelligente, rigidissimo censore di ogni mancanza, in questo coadiuvato da un folto gregge di pecore belanti offese e riprovazione; va aggiunto che è un padre sfortunato, o più esattamente un pessimo genitore, come si è capito da un suo recentissimo sfogo televisivo:

Intorno all’ultima decade del luglio 2019 i giornali riferirono dello stupro di una ragazza diciannovenne da parte di 4 coetanei; confesso che quando leggo di questi fatti provo gran pena per i genitori della vittima ma anche per quelli dei giovani delinquenti: chissà i rimorsi, i mea culpa, poverini…

Invece mi infuriai subito quando lessi che dello stupro i giornali sapevano da alcuni giorni ma non ne avevano fatto parola per non nuocere al padre di uno dei maiali, impegnato in non ricordo quali elezioni.

Ovviamente il potentone bloccò ogni azione contro il figlio. Stancamente, molto molto stancamente qualche giornale ne accennò ancora, ma venne il covid e fra tanti orrori lo strazio di una diciannovenne “soltanto”stuprata fu avvolto nell’oblio. Poi però, quando i governanti sono cambiati, son risaliti a galla i quattro stupratori.

Ieri il padre del capo banda, palesemente straziato dal dolore ma non per questo meno protervo ed arrogante, si è tuffato in una difesa senza capo né coda del figlio definito un coglioncello e basta. Meno male che riferendo della “virilità” penzolante fra le gambe del giovinastro, non ne ha cantato orgogliose lodi. La vittima invece a suo dire era palesemente soddisfatta di aver soddisfatto più volte e pienamente le voglie dei suoi quattro “amici”.

Vi risparmio il resto, analizzato da tutti sotto molteplici angolature; una cretina ex ministra o sottosegretaria del movimento fondato dal guitto ha parlato di “pretesto” cercato dalle solite destre per nuocere alle sinistre; mi ha fatto piacere che sia stata zittita subito.

Questa squallida pagina ha avuto una commentatrice particolare:

Maria Elena, giovane, bellissima e di conseguenza criticatissima deputata, ha espresso con dura freddezza e con grandissima classe la sua opinione rivolgendosi al guitto che per anni, aggrappandosi a non so quale sospetto, aveva tempestato di violente requisitorie suo padre al grido di Onestà Onestà belato in coro dai seguaci del movimento. Nel totale silenzio dell’accusato e dei familiari, i giudici ne dovettero infine, obtorto collo, ammetterne l’innocenza.

La giovane deputata ha invitato il guitto per lo meno ad un pudico silenzio; con eguale gelo il giorno seguente ha risposto alla madre del giovinastro che difende il figlio affermando di non aver sentito nulla.

Ed ha concluso che le cause si fanno in tribunale.

Gabriella Pastorino

3 Commenti

  1. Donatella

    Grazie, cara Gabriella! E grazie agli “Otiosi”…i nostri momenti di condivisione sono speciali, mi arricchiscono, mi sento motivata e stimolata ad avere nuovi occhi per guardare ciò che mi circonda, a approfondire una tematica, o un autore o un artista. Ed è merito tuo!

    Questo fatto di cronaca che riporti qui è molto grave e sta avendo una risonanza mediatica che a tratti appare squallida, proprio per gli atteggiamenti dei protagonisti in qualche modo coinvolti.
    Ancora non conosciamo la veridicità dei fatti per come sono accaduti, ma ci vuole rispetto e dignità, anche nell’eventuale modo di perorare le cause…perse!

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  2. Italo

    IL PADRE- IL CITTADINO- IL POLITICO.
    Se il sentimento è quello paterno al centro del video in cui un padre rivendica disperatamente l’innocenza del figlio accusato di stupro, la vicinanza umana non può che andare decisamente ad un altro padre, quello della vittima il cui volto, certamente bagnato dalle lacrime non vi compare.
    In quel video il signore che va in escandescenza oltre che padre è un cittadino, un maschione che difende l’innocenza di un altro maschietto che insieme ad altri maschietti, “coglioni”, stuprano ripetutamente una ragazza tenuta per i capelli dopo essere stata ridotta all’incoscienza dall’alcool .
    Il maschione, pur di difendere i maschietti stupratori, esibisce un campionario di argomentazioni degne del miglior machismo avventurandosi a sostenere “un palese consenso“ della ragazza ad essere trattata come uno straccio a disposizione dei suoi manipolatori.
    La denuncia della ragazza, straniera, avvenuta “dopo una settimana” viene portata come prova di una resipiscenza tardiva di un presunto, cosciente coinvolgimento.
    Ma il signore che esibisce questo campionario di imbarazzanti prove a discarico è un politico. Non di second’ordine, bensì il fondatore e attuale Garante di un Movimento che ha costituito l’architrave degli ultimi tre governi dell’attuale legislatura, i cui componenti rappresentano un terzo dell’intero Parlamento, in virtù di un’alluvione di voti giunti al Movimento di cui quel signore è il dominus.
    Impazziti gli elettori? No, semplicemente avevano creduto in alcuni “capisaldi” risuonati, sempre “a viva voce”, in tutte le piazze, vere e virtuali. Uno di questi è stato il GIUSTIZIALISMO, cioè l’intervento rapido e sommario della giustizia per cambiare prassi e costumi corrotti della nostra società.
    Con sentenze non pronunciate nei tribunali, ma preferibilmente per le vie brevi anche solo nelle piazze. Sempre “a viva voce” e quasi sempre con colorite espressioni verbali provenienti dall’iniziale VAFFANCULO con cui l’ex comico aveva inaugurato la campagna d’Italia un decennio fa.
    Perché la gogna mediatica doveva fare da lavacro alle colpe delle persone su cui venivano centrati gli strali.
    Per rendere più “efficace” questo “civilissimo metodo” sanzionatorio, il Movimento di cui è Garante il protagonista del video aveva fatto approvare perfino una legge che eliminava la prescrizione in modo da tenere un cittadino sotto processo senza limiti di tempo, nel limbo della colpevolezza e in sovraesposizione mediatica privandolo di fatto anche delle proprie libertà.
    Il politico nel video capovolge tutte queste teorie di “civiltà giuridica” in nome di strampalate affermazioni fatte in un crescendo di convitate escandescenze.
    Nella fase più delicata delle indagini preliminari, Grillo fa questa sortita sguaiata in favore del figlio mettendoci dentro tutto il peso politico dell’essere il “dominus” del maggiore partito al governo col chiaro intento di orientare l’opinione pubblica e di forzare la mano dei magistrati.
    Si può permettere tutto questo?
    L’inarrivabile profondità del pensiero greco, 2500 anni, fa aveva concepito la HYBRIS, come sommo peccato di superbia che il saggio Giove puniva con la NEMESIS, dea vendicatrice addetta a ridistribuire, secondo giustizia, gioia e dolori.
    NEL VIDEO C’È UN PADRE, QUELLO SBAGLIATO, UN CITTADINO MACHISTA, Un POLITICO DOPPIOPESISTA.
    Le ha fallite tutte, l’ex comico!

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  3. Simona Guarino

    Arriva anche il mio grazie al gruppo degli otiosi, di cui mi vanto di farne parte.
    Un grazie per il contributo che ogni giorno date alla mia vita, specialmente in questo difficile periodo.

    Cosa dire dell’evento accaduto a questa povera ragazza. Non ci sono parole. Mi sale il “crimine” – concedetemi questo modo di esprimermi – quando accendo la televisione e anziché il grido di disperazione – a cui per altro andrebbe attribuita più importanza – sento stridere quello di un padre che non sa ammettere i propri sbagli e quelli inconcepibili del figlio, ma si arrampica sugli specchi sbraitando frasi senza senso.
    Il solo fatto che dei ragazzi tirino i capelli di una coetanea facendola abbassare con il viso per riuscire a riempirle la bocca d’alcool, non solo è deplorevole ma disumano!
    Il famoso politico dovrebbe riflettere su questa scena orribile e mettersi nei panni dei genitori della ragazza. Se fosse stata sua figlia?
    E altrettanto deplorevole è la libertà concessagli di urlare paonazzo in televisione dimenticando di connettere cuore e cervello.
    Purtroppo la vittima diventa carnefice.
    E questo non è più accettabile.

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