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Ore 20:30, appuntamento in pizzeria, a Eboli.

Una serata felice ed anche piuttosto caciarona, con canti estremamente raffinati …dove sta Zaza’…’o sarracino… con Miriam che ogni tanto si lamentava “Non so le parole” ma cantava lo stesso.
…Margherita, e vabbè…ma Sara, Enrica e le altre, pizzaiolo compreso che ha intonato Montagne Verdi…
Ornella, che ha creato una lingua tutta sua fatta per tre quarti di termini quali ti taggo e roba simile, ieri sera si esibiva in io laiko, tu laiki, egli laika( non la povera bestiola mandata nello spazio a perenne omaggio al genio russo). Gabriella capiva le voci del verbo laikare e sfoggiava questa sua unica conoscenza tecnologica ad ogni pie’ sospinto, interrompendo canti che lasciavano interdetto soprattutto
Italo, uso ai gorgheggi margheritini…
E poiché in Italia ed in mezzo mondo siamo in atmosfere da giallo alla Grisham, Donatella, felice ed osannato motore della serata, se ne stava acquattata in un angolo a registrare le nostre intemperanze canore, che minacciava di rendere pubbliche, con gaudio della faccia di bronzo di Gabriella, gioiosa.
Non la voglio gettar sul filosofico, ma pensate quanto giovamento hanno tratto le nostre arterie, bilirubina, trigliceridi et similia da quelle due ore.
Abbiamo scantonato, lietamente scantonato e Miriam ci faceva da commentatore… non voglio più stare cretinescamente in casa a far nulla, a commentare ed analizzare acciacchini ed acciacconi…
Poi ha ricordato che in un viaggio in Austria, millenni fa, lei, preside triste ed oculata, aveva ballato sui tavoli e fatto il trenino.
Gabriella, compagna di bagordi innocui, osservava che lei il trenino sì, il tavolo no perché lo avrebbe sfondato: Miriam è uno scricciolo leggero, Gabriella…non proprio.
La nostra gioventù era lì, a Eboli, intrecciata a fette di pizza e di spumoni, a babà golosi, a cori cacofonici, occupata a tirar calci per allontanare almeno per un’ora le castranti malinconie sospettose che si intrecciano alla vecchiaia, all’età avanzata che non è saggia per niente, è solo cretina, limitata e cupa.
Ho detto e scritto in similversi, prima dell’avvento del verme schifoso, che voglio finire nell’abisso volteggiando intenta a guardare in alto lucenti stelle palpitanti e non miserabili analisi di laboratorio.
Ieri sera ci ho ripensato e ci ho creduto ancora un po’.

Gabriella Pastorino